Tra fake news, odiatori, ingerenze e censure, quali sono davvero i rischi e i pericoli dei social network per la tenuta democratica del Paese
Appena una decina d’anni fa, sulla scia della Primavera Araba, i social media erano sembrati un formidabile strumento al servizio dei popoli per garantire una maggiore libertà di espressione e, con essa, salvaguardare i principi della democrazia.
Oggi, invece, il paradigma sembra essersi rovesciato e l’utilizzo di questi canali mediatici appare l’unica chiave per influenzare con successo gli esiti elettorali, a costo di minare la democrazia stessa con un uso spregiudicato di post propagandistici, di profili e notizie false o addirittura ricorrendo alla censura.
Qual è la verità? I social sono davvero un pericolo per la democrazia o possono ancora rappresentare un’opportunità per la libertà di espressione?
È iniziato da questa domanda il nostro ciclo di dibattiti, che in una serie di incontri online intende affrontare “il come e il perché” la buona informazione, politica e generalista, può e deve riguadagnare autorevolezza anche e soprattutto sul Web. Il primo appuntamento in calendario si è tenuto il 5 febbraio alle 20.45, sulla piattaforma di video conferenze Zoom, quando Francesco Anfossi, giornalista e caporedattore di Famiglia Cristiana, ha intervistato Alessio Lasta, inviato della trasmissione di La7 Piazzapulita, e il professor Aldo Travi, ordinario di Diritto Amministrativo all’Università Cattolica di Milano, sull’influenza che la Rete esercita sui risultati politici di mezzo mondo.